Le Nazioni unite hanno condannato l’Italia perché non ha riconosciuto lo status sociale di queste figure e i loro diritti
Per 3 milioni di caregiver familiari italiani, quasi 13 mila in Sicilia, c’è una buona notizia: l’Onu ha condannato l’Italia perché non ha riconosciuto lo status sociale di queste figure e i loro diritti. Ciò significa che, entro sei mesi, il Governo italiano dovrà mettere nero su bianco gli interventi che intende compiere per porre rimedio a questa grave inadempienza. Tutto è cominciato nel 2017 quando CONFAD (Coordinamento nazionale famiglie con disabilità) ha presentato un ricorso all’Onu in cui denunciava le insostenibili condizioni di vita di queste persone che, ogni giorno h24, in ambito domestico, assistono con amore e impegno un familiare non autosufficiente.
Qualche giorno fa il Comitato per i diritti delle persone con disabilità dell’Onu ha riconosciuto che l’assenza di una legge che riguardi i caregiver “ne pregiudica l’adeguato inserimento in un quadro normativo di tutela e assistenza”, violando gli obblighi internazionali assunti con la ratifica della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità del 2006, recepita dal nostro Paese e diventata legge dello Stato. In questi anni è stato fatto pochissimo per i caregiver. L’accoglimento del ricorso di CONFAD ha riacceso una luce su decine di migliaia di persone che rinunciano alla loro vita, mettendo pure a rischio la salute fisica e psicologica, per garantire ai loro congiunti con disabilità di vivere una vita dignitosa e soddisfacente, autonoma e indipendente in famiglia e nella loro casa, realizzando così una vera inclusione nella società.
L’Italia è tenuta a dare un riscontro scritto entro aprile in cui deve precisare ciò che farà in termini di tutele della salute, ma anche economiche, assicurative, previdenziali, perché i caregiver molto spesso devono licenziarsi non potendo usufruire della possibilità di godere di un orario flessibile sul lavoro e di andare in pensione anticipatamente. Inoltre, il Comitato ha riscontrato gravi mancanze pure nell’ambito della realizzazione dei progetti di vita indipendente per le persone con disabilità e per garantire anche questo ha richiesto la piena attuazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità in maniera uguale in tutte le regioni. La differenza tra le varie parti d’Italia, infatti, è un fattore di discriminazione molto forte. La Regione Sicilia ha stanziato poco più di 5 milioni e mezzo per i caregiver, risorse che, però, risultano esigue perché calcolate sulla base del censimento delle persone con disabilità riferito al 2020.