Per opportuna conoscenza …
Il grande accusato è il junk food o cibo spazzatura. Questo è il paradosso: con pochi soldi ti puoi strafogare, saziare, ma non nutrire!
Le belle serate in compagnia, a divertirsi con gli amici per lungo tempo nel locale brandizzato alla moda, ti possono regalare anche un bel diabete. E diventi un ammalato per tutta la vita.
Accade già ad esempio nei paesi come la Gran Bretagna dove gli effetti del cibo spazzatura non sono mitigati dalla buona cucina della tradizione, soprattutto nelle classi sociali meno abbienti.
Questo abusare di cibo dannoso che effetti genera? Costi pazzeschi per la sanità e la cura, una vita di privazioni per le persone, quando arriva la malattia. Stare bene e in salute inizia a tavola.
La salute dipende anche da ciò che scegliamo e ingeriamo tutti i giorni per tutta la vita, perché noi siamo ciò che mangiamo o non mangiamo.
“Tre regole d’oro: mangiare bene, poco e soprattutto molto presto la sera!
Mangiare bene: cosa significa? “Mangiare bene significa riequilibrare il giusto apporto fra grassi, verdure, carboidrati e proteine buone, limitando quelle animali. –– Tornare a cose semplici, essenziali, cucinate in modo leggero. Piccoli accorgimenti di cucina che nascono dalla tradizione italiana e che spesso ci siamo dimenticati rincorrendo le mode del food d’oltreoceano. Recuperare quelle stesse ricette che hanno fatto la nostra cucina Patrimonio dell’Umanità.”
E la ristorazione?
“Sicuramente gli chef a qualsiasi livello potrebbero prestare attenzione alle ricette dal punto di vista nutrizionale, non solo dal punto di vista del gusto, del food cost e dell’estetica da fotografare. Questi aspetti sono assolutamente compatibili anche a prezzi contenuti, nella ristorazione low cost, nelle mense cioè nella vita di tutti i giorni”
Mangiare poco nel mondo dell’opulenza alimentare
“Non è una regola rigida, sarebbe sufficiente ridurre un po’ la quantità di cibo e la tipologia legandolo al mangiare sano di cui abbiamo accennato. Non mettersi a dieta in senso drastico, ma ridurre la grammatura del piatto di pasta, eliminare alcuni snack, preferire il cioccolato fondente a quello al latte… un po’ meno e un po’ meglio. Se mangiamo esageratamente a una cena la sera, non fare colazione la mattina per consentire al fegato di ripulirsi… Un po’ di moderazione ed equilibrio”
Ci paiono proposte ragionevoli soprattutto se abbinati anche a un po’ di movimento, slow e continuativo, nulla di irraggiungibile anche per i più pigri.
Ultima regola d’oro: cenare molto presto. Quindi niente vita notturna, niente apericena, niente feste fino all’alba!? Una negazione del lifestyle in auge soprattutto ora che inizia la stagione estiva.
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Cenare fra le 18.00 e le 20.00 e evitare di inserire cibo per almeno 12 o meglio 14 ore è la regola aurea richiesta dal nostro fegato per poter recuperare durane le notte. Durante questo spazio di riposo scatta l’autofagia cioè quel meccanismo che consente di eliminare le cellule esauste, per poi rigenerarle mantenendoci più giovani. Se questa attività del tutto fisiologica e naturale viene realizzata costantemente ogni giorno, le chance di mantenersi in buona salute aumentano notevolmente –
E il nostro sistema dei consumi fuori casa? Una debacle economica.
“Ci sono intere nazioni che cenano prestissimo come i paesi del nord Europa – ci fa riflettere il Dr. Vincenzo – per cui basta modificare l’apertura dei locali per conquistare nuovi consumatori aprendo la ristorazione a nuove possibilità salutistiche. Mangiare prima non vieta di divertirsi dopo! Spesso il turismo nordico aiuta a riequilibrare questo meccanismo, perché è la domanda di aperture anticipate che costringe i ristoratori a rispondere organizzativamente. Ci sono già esperienze di successo rispetto alle aperture alle 17 di ristoranti e pizzerie, sia in Val di Fiemme che a Lecce: culture culinarie e ritmi di vita davvero molto differenti!”
Nessuno di noi ha come aspirazione il diventare un asceta, ma tutti possiamo vivere meglio facendo poche azioni consapevoli. È il disequilibrio che non ci aiuta.
La sostenibilità del nostro attuale sistema di vita non lo sarà per molto, se non iniziamo noi per primi a prenderci cura di noi stessi. Non lo sarà nemmeno per i nostri sistemi sanitari già molto provati dal Covid.