Convegno – Dopo l’ictus cerebrale: percorsi di neuroriabilitazione in Italia tra competenze e passione

Riabilitazione Ictus
Riabilitazione Ictus

Solo sei Regioni in Italia hanno percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali aggiornati e attivi per la riabilitazione di pazienti post-ictus. Sono Valle d’Aosta, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna e Marche. Nelle restanti la documentazione che regola questo ambito di assistenza non è aggiornata, è dichiarata non operativa o non è del tutto pervenuta. È questa in sintesi la mappa del nostro Paese che emerge dalla prima fase dello Studio “La Riabilitazione post-ictus in Italia” realizzato dall’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale (A.L.I.Ce. Italia Onlus).

In Italia il numero di persone che convive con disabilità conseguenti all’ictus sta raggiungendo ormai la soglia del milione (930.000). Ciascun medico di medicina generale assiste 4-7 pazienti colpiti dalla malattia e 20 sopravvissuti con disabilità. Lo Studio è stato presentato oggi al Convegno “Dopo l’ictus cerebrale: percorsi di neuroriabilitazione in Italia tra competenze e passione”, organizzato da A.L.I.Ce. Italia Onlus e Fondazione Santa Lucia IRCCS nell’ambito delle iniziative per la XIII Giornata Mondiale contro L’Ictus che si celebra domenica 29 ottobre. Le conseguenza dell’ictus non solo paresi degli arti superiori e inferiori, ma anche problemi neurologici e cognitivi.

Il 60 per cento dei pazienti ha problemi visivi. Quasi la metà difficoltà di deglutizione e respirazione. Un paziente su tre soffre di disturbi del linguaggio e depressione. “È fondamentale che in Italia si arrivi ad avere un protocollo uniforme da seguire per la riabilitazione – sottolinea Nicoletta Reale, Presidente di A.L.I.Ce. Italia Onlus -. La riabilitazione deve proseguire in modo continuativo, senza interruzioni”

“Negli ultimi dieci anni il grado di autonomia dei nostri pazienti al momento del ricovero si è dimezzato – osserva il Dottor Antonino Salvia, Direttore Sanitario della Fondazione Santa Lucia IRCCS – Assistiamo quindi pazienti sempre più gravi che richiedono percorsi di neuroriabilitazione intensi e multidisciplinari”.

Un solo obbiettivo ….

…….. favorire il reinserimento sociale di persone con cerebrolesioni acquisite di origine traumatica o vascolare (in particolare con esiti di coma) affrontando i bisogni delle famiglie nelle fasi di criticità. Sensibilizzare l’opinione pubblica sui bisogni delle persone con esiti di coma o in stato vegetativo. 

ridurre le disuguaglianze a livello sanitario e l’esclusione sociale.

Scusate se é poco! Iscriviti alla AGCAM.

Abbiamo bisogno di volontari, di amici, di disponibilità. Ma anche di professionisti da qualsiasi parte provengano (sanitari e  non, artisti e familiari con competenze diffuse).

Anche per poco tempo, per poche ore. Anche solo per sapere che sai dove trovare pareri e supporti.  Perché per affrontare il “dopo coma”, le persone e le famiglie hanno bisogno di vicinanza e di amici.

Dobbiamo creare una “rete”  in grado di raccogliere ed accogliere, chi sente che sta precipitando.

Iscriviti all’AGCAM –  Scrivi ad   agcamilano@gmail.com

Assemblea del 28 settembre

Associazione per il post ictus
Associazione per il post ictus

Assemblea del 28 settembre: una revisione dello Statuto, una interessante relazione del Dott. Feller sulle Gravi cerebrolesioni acquisite e i Disturbi di Coscienza e una panoramica sui Servizi post ospedalieri per persone con lesioni cerebrali acquisite.

SE NON ORA QUANDO? PROGETTARE IL PRESENTE PER COSTRUIRE IL FUTURO

La Fondazione Casa Amica Cesare Carabelli ONLUS, in occasione dei 20 anni di attività dell’Assocaiazione  Per Andare Oltre Onlus in collaborazione con Progetto 98 Cooperativa Sociale e Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico invita al convegno

“SE NON ORA QUANDO? PROGETTARE IL PRESENTE PER COSTRUIRE IL FUTURO” – Percorsi di autonomia nelle gravi cerebrolesioni acquisite

Moderatrice Dott.ssa Norma Mazzetto, Presidente di Progetto 98 Cooperativa Sociale

Dopo il Convegno la Fondazione invita tutti alla CASA AMICA in Piazza Scipione, 3 Somma Lombardo per  un pranzo leggero preparato da Osteria Pane & Vino  di Somma Lombardo.

Ed ecco il programma:

Saluti dalla Presidenza della fondazione Casa Amica Cesare Carabelli, dal Presidente federazione nazionale associazioni Paolo Fogar e autorità presenti.

Dott. Sandro Feller “Autonomia e ritorno al quotidiano nelle persone con GCA”

Dott. Luca Cesana “Se non ora quando? Costruzione di una progettualità esistenziale tra autonomia e indipendenza in persone con GCA”

Dott.ssa Valentina Zanetello “Si può davvero parlare di vita indipendente?

Criticità e dimensioni progettuali nel lavoro socio-educativo a favore di persone con GCA”

Educatore professionale Carlo Fanton “l’esperienza dell’Housing Sociale

temporaneo per percorsi di formazione alla vita indipendente”

Avvocato Elena Lomazzi “La legge n°112/2016: a che punto siamo?”

Avvocato Micaela Barbotti “Il trust nel dopo di noi”

Assemblea del 28 settembre 2017

Un nuovo incontro  a Milano in data 28 settembre 2017 in occasione dell’Assemblea Straordinaria dell’Associazione  presso  la nuova sede in via Teodosio 12.

L’Assemblea è convocata in prima istanza alle 10 mentre in seconda convocazione , quella di fatto effettiva , alle 18,15.

L’Ordine del giorno prevede

  • Modifica dello Statuto che vede riportare la definizione di Associazione Onlus senza la quale non possiamo ottenere il 5 x 1000
  • Programmi di sviluppo dell’Associazione e prossimi Eventi
  • Breve conferenza in tema di Gravi Cerebrolesioni Acquisite a cura di Claudia Maggio e Sandro Feller
  • Rinfresco Finale con offerta libera per sostenere L’ Associazione

Carissimi saluti a tutti e intervenite numerosi.

Il Presidente Sandro Feller – Claudia Maggio  – Simona Bozzolo  – Direttivo AGCA

Martedì 16 maggio 2017: Assemblea costitutiva dell’AGCAM

I soci fondatori  Claudia Maggio, Alvaro Bozzolo, Simona Bozzolo e Giovanni Faggioli insieme con Sandro Feller hanno pensato  fosse venuto il momento di costituire un’associazione dedicata alle gravi cerebrolesioni acquisite che sul territorio di Milano mancava .

Lo scopo dichiarato è di costituire un punto di incontro tra persone con gravi cerebrolesioni e i loro familiari e i professionisti che si occupano di questo particolare tipo di patologia .Le problematiche socio-sanitarie sono infatti molto numerose e complesse e c’è quindi bisogno di un integrazione di tipo volontaristico verso le istituzioni e strutture gia all opera .E importante avere attivo un centro di ascolto che raccolga le varie istanze e un data base da cui attingere le risposte.
La prima assemblea è stata molto seguita e partecipata da oltre 50 persone
Dopo un introduzione di Sandro Feller che ha ricordato le motivazioni che ci hanno spinto a intraprendere questo percorso si è passati come da statuto a eleggere il direttivo e il presidente ; e risultato eletto Presidente Sandro Feller affiancato nel direttivo da Claudia Maggio segretaria e Simona Bozzolo tesoriere.

E stato poi stabilito che la quota sociale per l’adesione sia di €10 e che l’associazione confluisca nella Federazione Nazionale Traumi Cranici pagando la relativa quota annuale di adesione .

Durante l’assemblea si è svolto un ampio dibattito cui hanno preso parte molti familiari e alcuni professioni ; i familiari hanno ricordato le consuete problematiche di disagio che più interessano la qualità e la quantità dell’assistenza ricevuta mentre con i professionisti si è parlato soprattutto di programmi futuri . In particolare l’associazione AGCA Milano darà il proprio contributo all’organizzazione della Giornata Nazionale sullo Stato Vegetativo che si terrà a Milano in data 9 febbraio 2018 coordinata dall’Istituto Besta e da Matilde Leonardi .
Abbiamo poi pensato di celebrare a Milano nel 2018 la giornata nazionale del trauma cranico appuntamento annuale organizzato dalla Federazione Nazionale Trauma Cranico che quest’anno sara organizzato da AGCA Milano
Le tematiche da dibattere dovranno essere cercate di comune accordo tra professionisti e familiare in particolare si cercherà di parlare della ricerca , della neuro robotica ,della medicina narrativa.
L’associazione si impegna a comunicare a coloro che sono interessati e che hanno preso parte all’assemblea tutte le prossime iniziative arrivederci a presto .

Doctor Man e Mister Google: storia di un ambulatorio fisiatrico ai tempi della “Web Medicine”

Doctor Man e Mister Google: storia di un ambulatorio fisiatrico ai tempi della “Web Medicine”

Mr Google

Doctor Man, sei davvero un bel Medico, brava persona. Ma ormai credo che tu abbia capito che servi davvero a poco. Forse un pò mi dispiace, ma non puoi certo rimpiangere i tempi in cui per avere una diagnosi e una terapia occorreva prenotare la visita, raggiungerti in studio, fare gli esami che mi prescrivevi, eccetera eccetera.
Ammettilo, io e la mia capacità di trovare subito la risposta giusta ti abbiamo reso solo un reggicamice.

Dr Man

Vedi, Mr Google, io non porto rancore nei tuoi confronti. Forse non lo credi, ma io ti trovo davvero utile. Anzi, se un giorno riuscissimo a collaborare credo che potremmo essere anche validi compagni.
Quello che però tu non capisci è che la Medicina non è quella che tu chiami “risposta”.
Visitare una persona, curare la sua patologia e curare la sua persona non è rispondere a una domanda.
Sai che spesso a pazienti diversi seppur entrambi con la stessa diagnosi (identica!) prescrivo trattamenti diversi? E sai sulla base di cosa lo faccio? Sulla base dei sensi. Si, hai capito bene. Sento.
Vedo come il paziente si muove, le espressioni sul suo viso, i suoi gesti. Vedo l’articolazione che soffre. La tocco (Calda? Fredda? Dolente?….). Sento ciò che il paziente dice, il rumore che fanno le sue articolazioni, il battito che fa il suo cuore. Sai, a volte annuso anche. E tutto ciò…per arrivare a una diagnosi.
E nonostante due pazienti ricevano la stessa diagnosi a volte i trattamenti giusti sono diversi.
E’ difficile da spiegartelo, caro Mr Google, ma ogni paziente è unico.
E una patologia non è mai solo un nome, un codice o un capitolo di un manuale. E’ unica e personale. E solo chi sa “sentire e capire” la persona che soffre di quella patologia….può curarla.

Mr Google

Ok, Doc. Belle parole. E certamente se ho qualcosa di grave preferisco anch’io affidarmi a uno di voi… Ma la gente per un dolore a una spalla o un mal di schiena chiede a me cosa fare e spesso grazie a me risolvono il problema. Risparmiano pure tanto, io a differenza tua sono gratis!

Dr. Man.

Buon Google, spero di riuscire a farti capire.
Quando ti chiedo come aiutare il ginocchio gonfio tu sai dare validi e preziosi consigli. A volte i tuoi consigli sembra addirittura risolvano il problema.
Ma a volte risolvere il gonfiore o il dolore non è un bene. A volte nascondere un sintomo può causare un danno.
A volte la gente non sa neanche cosa chiederti o come chiedertelo. Ma tu sei sempre pronto a dare una risposta. Anche quando la domanda è sbagliata.
Tu sei un abile amico, utile in molte situazioni di bisogno, ma ciò di cui parliamo, ciò a cui ho scelto di dedicare la mia vita professionale è la MEDICINA.
Se devo montare un gioco a mio figlio o trovare un ristorante tu sei infallibile. Anche se devo cercare un bravo Medico stai diventando utile.
Ma se devo risolvere un problema di salute…no! Non mi affiderei a te. Mi affiderei alla Medicina.
Tu sai dirmi esattamente cosa si intende per medicina. Sai anche raccontarmi molte più cose sulla medicina di quante mai potrò impararne io in tutta la vita. Ma non saprai mai essere un Medico.
Ascoltami, Google. Dare un nome al dolore, definire un problema di salute, capirlo e curarlo…non è roba che fa per te.
Tu continua a fare da risponditore di domande che a curare penso io.
E quando la gente ti chiede come curare un mal di schiena…. rispondi subito indicando da chi devono farsi visitare!
Sandro Feller

Neurologo, Neuroriabilitatore
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Relazione convegno SIRN Pisa 2017

Relazione convegno SIRN Pisa 2017

In  un convegno esiste una parte di comunicazione scientifica è una parte di relazione con altri partecipanti

Relativamente alle relazioni l’idea della nostra associazione ha riscosso consenso ed approvazione da parte di tutti i professionisti con cui ne abbiamo parlato e con cui in particolare abbiamo pensato una serie di prossime azioni ;

In particolare siamo stati invitati dalla Associazione Atracto di Arezzo -Ivana Cannoni a partecipare come associazione alla giornata del ventennale della fondazione della stessa Associazione in data  18 novembre prossimo ad Arezzo

a giugno 2017 siamo stati invitati a partecipare alla Giornata della terapia occupazionale nel progetto riabilitativo dei pazienti in età evolutiva che si tiene a Fontanellato Detanti e Saviola

Leonardi e Sattin  anche se la cosa è ancora in fieri e da definire  chiedono un nostro coinvolgimento nell  l’organizzazione della giornata degli Stati Vegetativi  che si tiene il 9 di ogni anno in questo caso 9 febbraio 2018 ; si tratterebbe quindi  di farla a Milano insieme con il Besta e la Leonardi

Relativamente alla giornata nazionale per la quale ci siamo proposti tutti concordano

ho chiesto Zampolini che si occupa di medicina narrativa di collaborare con noi perché uno degli argomenti che si potrebbero sviluppare durante la giornata è proprio quello della medicina narrativa

questo argomento infatti raccoglie le esperienze sia del professionista ma anche dei familiari e quindi potrebbero essere un momento di lavoro comune tra associazioni e professionisti

se poi si volessero sviluppare tutti i temi della neurorobotica ho preso tutti gli indirizzi e i  biglietti da visita del gruppo di Sant’Anna di Pisa e anzi  Alvaro quando può e se ne ha voglia potremmo andare a vedere tutti questi laboratori in cui si vedono già i prototipi in azione e con  le loro prime applicazioni riabilitative

Come gruppo lombardo della SIRN  abbiamo pensato che in questo momento non si capisce esattamente come succede nel mondo della riabilitazione in Lombardia e quindi cercheremo di avere un contatto per capire quale sia la situazione; inoltre il gruppo della Sirn sezione Lombardia  potra essere coinvolto nella giornata nazionale mentre la Donatella Bonaiuti e disponibile a collaborare con noi sul tema della Neurorotica se e quando  vogliamo fare q cosa

 

DI qui in vanti la pagina x facebook

Relativamente al convegno vero e proprio ho seguito molto interessante il simposio sui  disturbi di coscienza

 

Si e parlato di un  segno clinico che si chiama ammiccamento come indicatore di gravità e andamento clinico delle persone con disturbo di coscienza;

in pratica l’ammiccamento  è  una manifestazione clinica che si produce con un quadro diverso nell’ambito della giornata cioè quando si è più attenti aumenta la frequenza così come quando si è più stanchi  diminuisce ; nei  momenti in cui si e rilassati diminuisce la frequenza  e comunque il pattern cioe la frequenza   varia molto durante la giornata

nelle persone con disturbo di coscienza invece la frequenza rimane sempre fissa e non varia durante la giornata  cioe il pattern rimane rigido ; questo consente di seguire

l’andamento clinico cioe i miglioramento e meno attraverso il monitoraggio di questo sintomo

Ho seguito poi la discussione del gruppo di robotica ; le applicazioni della robotica potrebbero essere sia come aiuto alla riabilitazione sia come supporto all’assistenza e all’intrattenimento delle persone con vario grado di disabilità sia in età evolutiva che nell anziano

Sì discuteva in particolare se nei prossimi lavori di ricerca dovesse essere fatto un gruppo di controllo tra persone che ricevono un trattamento convenzionale di riabilitazione e quelle che invece ricevono un trattamento solo robotizzato se c’è o non c’è una differenza ma ormai appare chiaro che non si ha più bisogno di fare il controllo tra persone che ricevono o  non ricevono il trattamento convenzionale  perché risulterebbe non in discussione  il beneficio

Casomai i controlli vanno fatto tra gruppi di persone che ricevono un tipo di supporto neuro robotico rispetto a quelli che ne ricevono un altro per evidenziare i quali sono i tipi di apparecchio che funzionano meglio

Molto interessante è stato poi il Simposio di sabato dedicato alle nuove tecnologie in riabilitazione

in pratica ci sono tre livelli ; c’è la cosiddetta mano bionica che è una protesi che si che si può interfacciare/ collegare direttamente con i nervi a monte della lesione ; un tipico esempio è nell amputato di mano che acquisisce una protesi che si interconnette al moncone e quindi è un interfaccia tra protesi e nervi : e quindi il paziente che aziona direttamente la protesi tramite i suoi nervi e il suo cervello

si prosegue quindi nel capitolo con le interfaccie tra protesi robotizzate e sistema nervoso con impianti direttamente “corticali “  cosi dette Brain to Machine Interface

In questo campo, le neuroprotesi hanno come obiettivo la restituzione delle funzioni associate al movimento volontario, che possono essere compromesse per diverse patologie  neurologiche .

Attraverso l’impianto di microelettrodi sullo scalpo, è ad oggi possibile effettuare semplici funzioni cognitive quali muovere un cursore sullo schermo, o dare risposte binarie specifiche.

Per quanto riguarda l’utilizzo di tale informazione per l’esecuzione di movimenti, i ricercatori ad oggi sono interessati all’integrazione tra il campo delle Neuroprotesi e la Robotica  per sviluppare sistemi ibridi che possano essere comandati attraverso le informazioni raccolte a livello del cervello, ad esempio arti robotici o macchine da indossare come l’esoscheletro

Nel caso   del malato spinale  è  possibile interfacciare direttamente la  corteccia o la parte del midollo al di sotto della lesione con uno stimolatore in grado di inviare i comandi e provocare i movimenti e il cammino mediante un esoscheletro che funge da neuroprotesi I comandi vengono attivati da un computer che “ interpreta i segnali cerebrali legatti alla volonta di inziare / compiere / progettare un movimento

Il  terzo livello è quello più difficile in quanto bisogna interfacciare il sistema nervoso nel caso di una lesione non midollare ma corticale

Bisogna in questo caso  che il computer e i suoi elettrodi elaborino  i segnali nella zona della lesione( e non piu correttamente generati ) in modo da  permettere la conduzione degli impulsi nervosi verso alla periferia e quindi attivare la muscolatura non più  stimolata a causa della lesione utilizzando una neuroprotesi ( per esempio un esoscheletro indossabile )

 

Qui il problema è molto più difficile in quanto nel sistema nervoso centrale esistono le zone che pensano e danno il comando del  movimento nonchè le zone che progettano lo schema motorio e le zone che vanno ad effettuarlo ; questo a livello a livello della corteccia ; ma poi a livello sottocorticale esistono le zone del controllo della postura  dell’equilibrio degli schemi e la connessione con le zone delle sensibilità e qui ovviamente il problema è molto più complesso . Non da ultimo il problema di inserire nel movimento tutti i dati relativi della sensibilità . Qui infatti si parla non solo di interfaccia   brain to machine ma anche machine to brain intendo che le informazioni provengono vengono anche inviate non solo ricevute .

Il problema e complesso e  non si riescono ancora ottenere dei movimenti completamente sovrapponibili a quelli a quelli naturali ma molto più approssimativi il capitolo è aperto..

dott. S. Feller

ICTUS: UNA CARTA DEI DIRITTI PER TUTELARE I PAZIENTI

I numeri sono impressionanti: a livello mondiale, ogni due secondi qualcuno è vittima di un ictus, indipendentemente dall’età o dal sesso; in totale, oltre 17 milioni di persone nel mondo sono colpite da ictus ogni anno (200mila in Italia) e sei milioni sono le vite perse ogni anno per questa patologia.Statistiche, ma non solo: dietro, ci sono persone in carne e ossa, e problemi concreti e reali; molte persone colpite da ictus non sono in grado di accedere alle cure, alla riabilitazione e al sostegno che potrebbero garantire maggiori possibilità di un buon recupero funzionale e una vita più sana, più produttiva e indipendente.Per tutelarle, è nata una Carta dei Diritti della Persona Colpita da Ictus, che identifica gli aspetti della cura più importanti per tutti i pazienti colpiti da ictus e per i loro familiari, in tutto il mondo; si tratta di un documento sviluppato da un gruppo di pazienti colpiti da ictus e di loro familiari e caregiver, provenienti da tutto il mondo, che hanno completato i questionari atti a capire eventuali differenze tra paese e paese nei trattamenti, ed esigenze peculiari.
Uno strumento che può essere utilizzato per comunicare ciò che le persone colpite da ictus pensano sia più importante per il loro recupero: molti aspetti di assistenza considerati importanti per le persone colpite da ictus e inclusi in questo documento, hanno dimostrato di ridurre la mortalità e la disabilità dopo ictus.La World Stroke Organization ha lodato l’iniziativa. Già dieci anni fa nel Consensus Statement della World Stroke Organization era stato sottolineato come fosse necessario che tutti i pazienti con ictus in Europa dovessero essere ricoverati e trattati in una Stroke Unit; eppure non è ancora così per tutti, e in Italia ne mancano all’appello circa il 50% rispetto al fabbisogno territoriale.«L’ictus è la prima causa di disabilità in età adulta e può lasciare esiti neurologici come paresi di un lato del corpo, difficoltà di parola e della vista e causare l’insorgenza di epilessia e demenza vascolare» spiega Valeria Caso, Neurologa presso l’Ospedale Misericordia di Perugia e Presidente della European Stroke Organization, «eppure molti dei 200mila casi che si verificano ogni anno in Italia sarebbero prevenibili, ad esempio monitorando e tenendo sotto controllo l’ipertensione arteriosa (che è un importante fattore di rischio) e la fibrillazione atriale; moderni ed avanzati sistemi di monitoraggio del ritmo cardiaco, talmente piccoli da poter essere impiantati sotto la pelle, permettono di controllare le alterazioni del cuore e stabilire una corretta terapia anticoagulante, abbattendo così il rischio di ictus e delle sue recidive».
Lo hanno raccomandato anche i cardiologi europei nelle recentissime Linee Guida dell’European Society of Cardiology 2016, in cui è stato indicato che a seguito di un ictus criptogenico, quello di cui non è nota la causa primaria, è opportuno utilizzare un monitor cardiaco impiantabile per diagnosticare la Fibrillazione Atriale e se presente, ricorrere alla terapia con anticoagulanti orali con lo scopo di prevenire “recidive” ovvero un possibile secondo evento di ictus. Recidive che impattano pesantemente sui dati epidemiologici con circa 39mila casi l’anno pari al 20% di tutti gli ictus.

Dr  Sandro Feller

Neurologo, Neuroriabilitatore

ALZHEIMER

Malattia di Alzheimer

Il principale fattore di rischio per la malattia di Alzheimer è l ‘ eta ; questo dato si incrocia con il fatto che il Italia è il paese piu longevo d ‘Europa e tra i piu longevi nel mondo secondo solo al Giappone con aspettative di vita di quasi 80 85 anni .Nel prossimo futuro vivremo sempre di piu ma siamo destinati ad ammalarci di più di Alzheimer.
In Europa si stima che la prevalenza delle demenze cresca dall’1,6% nella classe d’età 65-69 anni al 22,1% in quella maggiore di 90 anni, per i maschi; e dall’1% al 30,8% rispettivamente per le donne. In trentino la prevalenza sarebbe di almeno 5000 casi con incidenza di circa 800 nuovi casi anno con tendenza come detto all ‘incremento .Va sin da ora precisato che i numeri esprimono meramente un ordine di grandezza mentre “il bisogno “ è molto differenziato in relazione ad età e contesto sociale e sanitario.
Attualmente al medicina tende ad affrontare le malattie secondo un modello definito bio psico sociale che considera non solo gli aspetti morbosi ( il bio ) ma anche gli effetti che generano a livello relazionale-comportamentase (livello psico ) tenendo conto del contesto ambientale in cui si generano ( livello sociale ).

Nel caso della malattia di Alzheimer causata da accumulo patologico di proteine nel cervello le cosidette “placche “ non è ancora stata trovata una cura efficace che provveda a rimuovere /sciogliere tali accumuli che danneggiano irreparabilmente le funzioni cerebrali . Il livello di terapia bio non e quindi efficace lasciando quindi spazio alle terapie non farmacologiciche che hanno soprattutto un obiettivo relazionale assistenziale ( livello psico e sociale ).Tra queste una ruolo importante riveste la musicoterapia

Nella malattia di Alzheimer le funzioni cognitive come memoria , attenzione, capacità critiche si deteriorano in modo progressivamente ma inesorabilmente crescente mentre rimangono ancora relativamente integre e funzionanti le zone che processano gli aspetti relazionali e emozionali .
Ecco quindi la possibilità di usare la musica come potente veicolo non farmacologico per calmare gli stati di agitazione modulare positivamente il tono dell umore e favorire complessivamente in modo positivo il benessere della persona facilitando il processo assistenziale degli operatori .
Nella serata del 14 marzo riferiamo appunto di come la musica possa essere un importante e qualificata terapia : lo facciamo attraverso l ‘ intervento del Pro Alfredo Raglio Neurologo e Musicoterapeuta dell Università di Pavia che illustra le basi scientifiche della Musicoterapia mentre successivamente le operatrici musicoterapiste della Apso Vannetti di Roveretoe Grazioli di Trento documenteranno la pratica delle musicoterapia nei suoi aspetti applicativi e nei suoi effetti terapeutici .
Il tutto verrà inserito in una piacevole e suggestiva cornice musicale a cura dei docenti e degli allievi della scuola musicale J. Novak e R. Zandonai
Il giorno dopo mercoledi 15 per completare il programma il coro voci bianche delle scuole musicali si esibirà nell atrio della Casa di Riposo Vannetti a Rovereto .A parte il desiderio di portare conforto e un messaggio piacevole agli anziani della nostra Comunità l ‘intento dichiarato è quello di mettere a contatto generazioni diverse per rompere l isolamento in cui possono venire a trovarsi gli ospiti residenziali.

Dott. S. Feller, neurologo, neuroriabilitatore